Rifugi antiaerei
Rifugi antiaerei della II guerra mondiale in Piazza V. Emanuele
Per la presenza sul suo territorio dei grandi serbatoi della Società Italo Americana del petrolio e del Comando militare del IV Deposito Carburanti con l’annessa area militare della Cervina,
Monopoli diventa bersaglio di incursioni aeree da parte dei caccia bombardieri inglesi nei primi mesi del secondo conflitto mondiale che vede l’Italia fascista alleata con i tedeschi.
All’inizio del conflitto la città è dotata di un piccolo rifugio sotterraneo antiaereo posto sul lato monte del Monumento ai Caduti, nei pressi di una grande cisterna per uso pubblico.
Il 15 novembre 1940 dalle ore 3 alle ore 3.20 sono sganciate 13 bombe dirompenti con centinaia di spezzoni incendiari; si rilevano danni nelle campagne ma senza ripercussioni sulla popolazione.
Il 16 novembre 1940, dalle ore 19.30 alle 21.10, con 8 bombe esplose e alcune decine inesplose, sono procurati notevoli danni agli edifici urbani, in particolare al Teatro Rendella.
Muore il segretario comunale Clemente Cancelli, travolto da un muro mentre si trova negli uffici di via Polignani.
Dopo i due bombardamenti, emerge la impellente necessità di dotare la città di un’adeguata protezione antiaerea (PAA).
Solo il 15 dicembre 1942 il podestà Clemente Meo Evoli affida ad Angelo Brescia, ingegnere capo del Comune, la redazione del progetto con la previsione di una galleria sotterranea e di ricoveri tubolari nei sotterranei della Piazza Vittorio Emanuele.
I lavori sono affidati con appalto alla ditta Domenico Marasciulo.
In corso d’opera, il 3 marzo 1943, si rinuncia ai ricoveri tubolari, optando per la costruzione di una seconda galleria. Le opere finali consistono in due gallerie, ciascuna della lunghezza di circa 200 metri, disposte in diagonale, costruite in materiale calcarenitico alla profondità di 8 metri dal piano della piazza.
Vengono collegate due cisterne già esistenti; sono costruiti n. 4 pozzi di aerazione, di cui due funzionanti anche come uscite di sicurezza con scale a pioli di ferro infissi nella roccia, una latrina con relativo pozzo di assorbimento, una deviazione a martello, diversi cunicoli per il collegamento dei bracci ai pozzi di aerazione.
Il costo finale dell’opera, dalle 734.000 lire previste, passa a 838.357 lire, comprensive, però, dell’impianto elettrico.
I rifugi, che possono ospitare circa 4.200 persone, vengono utilizzati dalla popolazione per alcuni mesi, anche se vengono inaugurati con la benedizione del vescovo Gustavo Bianchi dopo l’8 settembre ’43, quando il meridione d’Italia è già sotto il controllo degli Alleati, americani e inglesi.
Il collaudo avviene il 6 aprile 1948 durante l’amministrazione presieduta dal sindaco Onofrio Manghisi.
I rifugi sono rimasti chiusi e inutilizzati per sessant’anni. In seguito all’interessamento dei professori Martino Cazzorla e Raffaele Santo dell’IPSIAM, il 15 dicembre 2009, alle ore 4.30, viene effettuato un sopralluogo per visionare lo stato dei rifugi sotterranei.
Il 4 novembre 2010, alle 6.30, il Gruppo Puglia Grotte della Federazione Speleologica Pu gliese, effettua le operazioni di rilievo, che si concludono con l’elaborazione di una planimetria, corredata da una ricca documenta zione fotografica.
L’idea del recupero e della valorizzazione dei rifugi potrebbe rivelarsi un’utile operazione per la conservazione della memoria storica cittadina con possibili e importanti riflessi nel settore del turismo culturale.
Orari di apertura al pubblico:
Sabato 17:00-21:00
Domenica 17:00-21:00
Si ringrazia il Professore Carbonara S. per i riferimenti storici.
CREDITI: Comune di Monopoli.