Chiesa Santa Maria Amalfitana
Gli storici locali, sulla scorta di notizie fornite dalla Cronaca di Bante Brigantino, ricordano un voto soddisfatto da marinai di Amalfi: narrano cioè che nel 1059 una barca di Amalfi stava per naufragare; i marinai si rivolsero alla Vergine, perché li salvasse dal pericolo. Scampati dal naufragio, vollero dedicare alla Madonna quella cripta su cui fu edificata la Chiesa di S. Maria degli Amalfitani.
La chiesa superiore fu costruita dagli Amalfitani nella prima metà del XII secolo, cioè nel periodo della fioritura ed espansione della potenza economica di Amalfi che possedeva conventi e fondazioni religiose non solo a Monopoli.
La chiesa, tutta in muratura, è divisa in tre navate, la centrale più larga delle laterali che terminano in tre absidi semicircolari; le due absidiole laterali furono sconquassate da fabbricati addossati e furono rielaborate negli interventi del 1932. L’esterno dell’abside centrale, salvo qualche deterioramento, mostra originalmente l’impronta architettonica e decorativa del XII secolo.
Con i lavori iniziati nel 1932 vennero tolte alla chiesa tutte le strutture barocche riportandola, così, al suo aspetto antico. La struttura originaria della chiesa era di tipo basilicale di derivazione paleocristiana.
La chiesa ha tre navate. Dalla navata destra si scende nella grotta basiliana, forse la stessa che fu il santuario primitivo degli Amalfitani, ridotto poi a sepolcreto e fossa comune in tempi di pestilenze e di mortalità diffusa. Dalla navata sinistra , in fondo si esce nel cortile delle absidi .
Una serie di archi slanciati lega le colonne una all'altra. Tutti i capitelli rispecchiano la forma tradizionale propria del romanico. Dell’altare non rimane più nulla, perché fu demolito nel 1500.L’Altare che oggi si vede è recente del celebre mastro marmoraro Nicolò Lamberti.
Attualmente, oltre alle attività d culto, nella chiesa sono spesso allestite mostre di pittura o fotografia, e concerti di musica classica.
Fonte:
Graziano Bellifemine, La Basilica Santa Maria degli Amalfitani in Monopoli, Schena editore.
Giacomo Campanelli, Monopoli guida turistica, Schena editore.
CREDITI: Comune di Monopoli.