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Chiesa San Francesco D’Assisi

La chiesa di S. Francesco di Assisi dei Minori Conventuali, costruita nel XVIII secolo, è una delle più belle Chiese della Monopoli del Settecento, perché esprime sotto l’ aspetto volumetrico e spaziale, un barocco rinascimentale.
La volontà di costruire una nuova Chiesa distruggendo quella preesistente, ma che non reggeva più alle aspirazioni e necessità di popolo, e che di certo era “divenuta cadente”, eccetto una facciata laterale dove vi stava la piccola porta, risulta da un prezioso manoscritto esistente nell’ Archivio Unico Diocesano. L’ architetto fu Michele Colangiuli di Acquaviva.
Il progetto della chiesa di S. Francesco fu fatto da un architetto che, mesi più tardi, il gennaio 1742, con l’ingegnere Magarelli Pietro di Molfetta stipula lo strumento per la riedificazione della famosa Basilica della Madonna della Madia, protettrice di Monopoli. Michele Colangiuli riscuoteva la fiducia di ordini religiosi e di istituzioni; le fonti lo descrivono dotato di straordinaria perizia tecnica unita a profonda onestà ed eccezionale assiduità al lavoro.
La Chiesa con il Campanile a due ordini, fu terminata intorno al 1749, come può vedersi dalla scritta sull’ Arco Trionfale. Mastro Nicolò Ferrante della città di Lecce fu chiamato come perito dei frati francescani , e per perito del Colangiuli si chiamò Sallustio, ingegnere della città di Andria.
Tutto l’esterno rivela temi svolti dal Vanvitelli, il famoso architetto napoletano che pure fu da noi a Barletta e forse a Fasano, e che svolgeva ormai nelle sue opere temi borrominiani. Così il Colangiuli svolge l’idea dell’esterno con felice esito, e lo armonizza all’interno a navata unica, con cappelle non comunicanti tra loro; colonne reggono gli architravi delle cappelle laterali; la navata si svolge con equilibrio nel suo spazio, e pone in risalto la crociera e la cupola. Per il lavoro di stucco il Colangiuli fece venire Carlo Cassino, ingegnere e architetto della città di Milano.E’ infatti da rilevare che in un’architettura come la sua, fondata sul disegno e sulla luce, gli stucchi, che servono a delineare profili d’ombra diversi, per porre in rilievo ampie superfici chiare, hanno una grande importanza. Armonica è l’articolazione di volte, porte, finestre ovali:articolazione che si risolve nel rapporto tra spazio e luce.
Tutto è misurato e raccolto. Così, rifacendosi alle ricche soluzioni del barocco romano, il maestro mira a rinnovare nello spirito del classicismo, la decorazione fortemente chiaroscurata della chiese conventuali napoletane.

Fonte:
Graziano Bellifemine, La chiesa di S. Francesco in Monopoli, Maggio 1981.


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CREDITI: Comune di Monopoli.


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