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Chiesa di S. Teresa

La chiesa di S. Teresa e l’altissima cupola sono di fattura settecentesca. L’interno è una composizione in verticale di pareti e volumi che sanno di calce mediterranea, di oasi bianca, trasparente. Neanche la fioritura degli stucchi superiori riescono a modificare la luce o la disciplina architettonica.

Le note di colore vengono unicamente dagli inserti lignei e dai dipinti: dai palchi laterali, per l’organo, a destra (ora nell’oratorio del Santissimo Sacramento), e per la cantoria a sinistra; dagli scuri, austeri confessionali, che hanno il giusto colore della penitenza; infine dai quadri che, dalle cappelle laterali, accompagnano il visitatore fino al limbo popolare della grande tela al centro dell’abside, preceduta dall’impressionante innalzarsi della cupola e del suo piedistallo, che all’esterno assumono un valore urbanistico, di centro e orientamento dell’intero borgo antico, come un tempo dovettero essere la piazza e il campanile di S. Pietro.

Nella prima cappella a destra, dell’Angelo Custode, l’antico fonte battesimale della parrocchia di S. Pietro. Segue la appella con” la cena di Emmaus”, il primo dei cinque dipinti provenienti dalla chiesa di S. Salvatore: notevole saggio del manierismo in Puglia, fine sec. XVI, forse della bottega di Gaspare Hovic, secondo una recente attribuzione. Del gruppo fa parte anche la Trasfigurazione, sulla testata destra del transetto, opera di Andrea Mignolico, napoletano, di casa a Bari nei primi del Settecento.

Nelle pareti laterali il “ Crocifisso con S. Francesco”( e un Papa in adorazione), attribuito ad un pittore monopolitano del XVII sec., Vito Antonio Mariani. La tela di fronte, S. Pietro e S. Paolo, proviene invece dalla chiesa di S. Pietro e fa coppia con il “Martirio di S. Pietro” dove il riferimento a Guido Reni e al suo famoso S. Pietro, calante testa in giù sulla croce, che è nella Pinacoteca Vaticana si fa estremamente emotivo considerata la qualità della copia. Di fronte a questo nudo di S. Pietro, nella testata sinistra sul transetto, l’Estasi di S. Teresa diventa ancora più rarefatta, più evaporata di quanto non sembri. Nell’abside giganteggia la tela centrale di Ignazio Montella, “Madonna e Santi”, in dolce riposo come una piccola carovana del deserto.

Ai lati due altre tele provenienti da S. Salvatore, S. Michele e S. Eudocia (a destra), la “Trinità e Santi” ( a sinistra) con S. Gennaro, S. Carlo Borromeo da una parte, S. Biagio e S. Francesco di Sales dall’altra. Si pensa al Solimena e alla sua scuola, ma altri vedono un discepolo diPaolo De Matteis e fanno il nome di Giambattista Lama. I busti lignei nella parete centrale dell’abside sono due reliquari in effige di S. Giovanni della Croce e S. Teresa d’Avila. Il Crocifisso di S. Salvatore, XV- XVI sec., è però la “reliquia” più preziosa di questa chiesa. Come si può notare la chiesa di S. Teresa ha un ingente patrimonio pittorico.

Fonte:
Giacomo Campanelli, Monopoli guida turistica, Schena editore.

CREDITI: Comune di Monopoli.


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